mercoledì 27 novembre 2013

La casetta mangiatoia per uccellini

 

Con l'inverno inizia un difficile periodo per tutti gli uccelli. Le fonti naturali di alimentazione invernale sono presto esaurite e gli uccelli che si avvicinano alle abitazioni trovano difficilmente del cibo. Ecco allora che il cibo di una mangiatoia può  fare la differenza fra la vita e la morte per molti esemplari, soprattutto durante gli inverni più lunghi e nevosi.
Fornire agli uccellini una casetta mangiatoia  soprattutto nella stagione fredda, gli uccellini selvatici hanno bisogno di una fonte sicura di cibo. Per questo motivo mettere a disposizione "casetta mangiatoia" ai nostri amici pennuti è un aiuto importante che possiamo dare loro. Se avete un giardino, terrazzo o altro,potete offrire un riparo accogliente agli uccellini che con l'arrivo dei primi freddi possono incontra seri difficoltà a reperire cibo e soprattutto a trovare  un posto al calduccio.
Installando una mangiatoia  garantirete loro una buona fonte di cibo per tutto l'inverno.
Varie fasi: costruzione casetta mangiatoia per uccellini di Mest Mario.














domenica 17 novembre 2013

La scrivania ! riadattarla,modernizzarla e...


Avevo una scrivania un po' datata degli anni 80/90, molto semplice mantenuta bene, uso sovente dire  la fatidica frase  "può servire", c'è da dire che io conservo quasi tutto. Il momento di ripristinare, riadattarla e modernizzarla con inserti vari di cornice e colori  per mia figlia Rebecca, di anni 8 ,sistemata nella sua cameretta farà d'appoggio ai suoi libri, quaderni , studio e giochi, nonché compagna e amica per tanti anni assieme. Che ve ne pare?












martedì 12 novembre 2013

La Doratura;Cornici ,dipinti e...dorate

cornici dorate.
Una tecnica molto antica per rivestire con sottili foglie d'oro cornici più o meno elaborate

Sottilissime lamine,impalpabili come le ali di una farfalla,in un materiale preziosissimo,l'oro:anche un far da sè con mani delicate ed abili,con tanta calma e pazienza,può impiegarle per ottenere splendide cornici usando le tecniche di doratori,gioiellieri e miniatori.tecniche molto antiche,ma che garantiscono un risultato di gran pregio.
Il passato.La doratura ha una lunghissima storia,anche se le tecniche sono cambiate nel corso degli anni,passando da quella antica,costosissima,che consisteva nell'applicazione di sottili lamune d'oro saldate con accorgimenti particolari,a quella invalsa nel Medio Evo della foglia d'oro,fino ai più recenti metodi elettrogalvani.La doratura fu prediletta dagli artisti bizantini che l'utilizzavano nell'architettura e nella pittura.Le autorevole e le vesti dei personaggi più importanti,nei dipinti,erano dorate:l'oro simboleggiava devozione.Nei secoli XIII e XIV,durante il grande fiorire della miniatura,l'oro era applicato a elaborati motivi calligrafici e alle illustrazioni.Dal Medio Evo al Rinascimento l'uso della doratura rispose a precise esigenze di carattere estetico-liturgico:la nobiltà del materiale era il simbolo dello stesso splendore divino che l'opera d'arte rappresentava.Così,nelle chiese,erano dorati le portelle dei tabernacoli,i candelabri,il fondo delle tavole dipinte e le cornici che rifinivano gli altari.La doratura delle cornici dei dipinti ha origine proprio in questo periodo;quella delle cornici degli specchi risale addirittura alla civiltà egizia.Dopo il Rinascimento,la doratura usci alla grande arte per diventare strumento degli artigiani e passò dalle chiese ai palazzi di aristocratici e ricchi borghesi.A quei tempi,non era insolito che in grandi laboratori,operassero insieme artigiani di vario tipo:mobilieri,scultori,modellatori,fabbricanti di cornici e rifinitori:costoro eseguivano dorature su mobili,cornici, dipinti e suppellettili.La doratura fu applicata con successo anche sui gioielli,sul cuoio e, durante il periodo neoclassico,sugli oggetti di porcellana.
Il presente.La doratura viene oggi usata soprattutto per rivestire cornici.Si comincia con la preparazione del fondo,si prosegue con la pennellatura della vernice resinasa e con la successiva applicazione della foglia d'oro e si finisce,talvolta,col processo di invecchiamento.il materiale base (la foglia d'oro o foglietta)è contenuta in piccoli libri con pagine di carta color salmone,su cui sono appoggiate le lamine.Si tratta di un materiale delizioso,che stimola la creatività;può apparire difficile da manipolare perchè prende il volo al più leggero soffio d'aria;lavorandolo bisogna fare attenzione a non sospirare troppo forte per l'impazienza!
La preparazione del gesso.Prima di applicare la foglia d'oro,occorre stendere sulla cornice un fondo di gesso,preparato in modo particolare.In un contenitore si mescolano una colla forte,di origine animale,e un pò d'acqua.Si pone il contenitore in una pentola riempita d'acqua per metà e si fà liquefare il miscuglio a bagnomaria.Si stempera quindi sulla mistura la scagliola,mescolando continuamente fino ad ottenere un impasto leggero e cremoso.Le dosi dei vari ingredienti secondo il grado di durezza che si vuole ottenere,ovviamente aggiungendo più acqua il composto risulta più soffice.
Il fondo.Si comincia passando sopra la cornice carta la cornice carta vetrata a grana media per irruvidire leggermente la superficie,creando degli impercettibili"solchi"che tratterranno il gesso.Quando questo si prepara un impasto sodo di gesso e lo si applica con un pennello delicato a peli di nylon.Quando questo rivestimento è asciugato,si provvede a stenderne altri cinque(due di consistenza media,seguiti da tre più cremosi).Una volta che il fondo di gesso risulta completamente seccato,si strofina la cornicia con un panno umido per eliminare i segni lasciati dal pennello e si dà una leggera passata con carta vetrata(tipo carrozzieri) fine e inumidita,tutto ciò per ottenere una superficie levigatissima.
Le vernici resinose.Il colore,che traspare sotto la duratura dopo l'invacchiamento,è dato dalle vernici resinose che si devono applicare,quando il gesso si è definitivamente indurito,per rendere la superficie più liscia possibile.Queste vernici,denominate"missioni",si trovano in svariati colori;per la cornice illustrata sono stati usati:il giallo,il rosso e il nero.Con un pennello morbido si stende la prima mano di giallo,quindi si applicano due mani di rosso,dando la seconda dopo l'asciugatura della prima.Se desideriamo brunire alcune parti della cornice(nella realizzazione illustrata questa scelta è stata fatta per gli angoli),occorre stendere su di esse la vernice nera e, quando il colorante è quasi asciutto(ma non troppo secco),spazzolarle con un movimento circolare regolare e una pressione decisa ma non eccessiva,al fine di lisciarne accuratamente la superficie e ottenere una patina splendente.Prima di applicare la foglia,è ancora necessario inumidire tutta la superficie co una miscela di acqua e alcool metilico che rimuova ogni traccia di unto.
La doratura.Si solleva con delicatezza la foglia d'oro dal libro,con l'apposita spazzola,e la si appoggia ben distesa sul cuscinetto,dove la si taglia in sezione della cornice.Qui,sempre con la spazzola,si trasferiscono i pezzi,avendo cura di accostarli sovrapponendoli leggermente,in modo che ogni punto della superficie risulti coperto.A questo punto si spazzolano ancora una volta gli angoli,utilizzando il brunitoio,un arnese con un'estremità arrotondata di agata.
L'invecchiamento.Terminata la doratura,se lo si desidera,si può procedere al processo di invecchiamento,che si ottiene strofinando con ovatta imbevuta di alcool metilico la cornice,consumando leggermente l'oro e risvegliando il rosso sottostante.Questa fase,che potrebbe apparire come una sverniciatura,dev'essere eseguita molto cautamente;l'idea è di mantenere la patina d'oro lasciando trasparire,o più esattamente"intuire",il calore del rosso.

Cosa occore.
I materiali:foglia d'oro;scagliola;colla forte(colla di coniglio);vernici resinose(gialla, rossa, nera); alcool metilico; acqua.
Gli utensili:coltello per doratura;cuscinetto di tessuto su cui eseguire il taglio;spazzola,larga e piatta,per doratura,per sollevare e depositare la foglia;pennelli e spazzole soffici a peli di nylon;strofinacci morbidi;carta vetrata a grana media e fine,brunitolo.





Far da sé-Marzo 1991

 
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sabato 9 novembre 2013

Restaurare far da sè che passione!


Rimettere a nuovo "o quasi"i vecchi mobili è un 'attività che,dà una grande soddisfazione e permette di salvare preziosi manufatti del passato.

Il restauro dei vecchi mobili è un di quegli argomenti che più ci appassiona,per cui volentieri torniamo sull'argomento di due realizzazione di restauro:un tavolo rotondo anni Venti,di rovere,allungabile con l'inserimento di un'asse centrale,ed una credenza fine Ottocento.Anche se restauri di minor impegno,come la riparazione di una vecchia sedia che dondola o del cassetto che non scorre,offrono pari soddisfazione.
Il tavolo.Era finito in solaio ,coperto di escrementi vari,con una gamba staccata e abbondantemente mangiato dai tarli,sembrava ormai buono solo per il caminetto;la struttura,comunque,ancora robusta invitava ad osservare il mobile con più attenzione.Per prima cosa una bella lavata con acqua e soda ha mostrato che i colombi avevano danneggiato solo lo strato superficiale del piano creandovi delle vistose scoloriture e che i tarli si erano accaniti prevalentemente sulle strutture in faggio sotto il piano intaccando solo parzialmente le parti in rovere asterne e più in profondità l'asse di allungamento,rimasta all'interno.usando le parti più sane di questa sono stati rappezzati pazientemente,con incastri a mezzo legno,i tenoni di unione fra i quattro fascioni ricurvi e le gambe e si è costruita la testa della gamba staccata di cui il tempo e gli insetti avevano fatto scempio.Le macchie,troppo profonde per essere eliminate con la levigatura,hanno consigliato una mordenzatura piuttosto scura tipo:noce/mogano,data prima sulle parti più scolorite e poi estesa a tutta la superfice dei pezzi.Rimontanto il tavolo,maggiorando il diametro delle spine che non lo tenevano più, lo si è lucidato a cera.
La credenza.Rimasta"in servizio",era in buone condizioni strutturali ma era sciaguratamente ricoperta da un pesantestrato di smalto,con cui chi aveva nascosto d<elle riparazioni approssimative,guardando attentamente il mobile,ne ha rilevato l'elegante struttura e l'accurata realizzazione originale deciso di rimetterla a nuovo;staccate tutte le ferramenta e levati i vetri,tolto il grosso dello smalto usando la pistola termo ,poi con lo sverniciatore si elimina le ultime tracce di smalto residui rimasti nelle modanature ed infine levigatati accuratamente tutti e rinforzati oppurtunamente gli incastri allentatisi col tempo,ha protetto il legno prima con impregnante insetticita incolore e poi con un impregnante color mogano,seguito da una mano di vernice protettiva;l'interno della credenza,così rimessa a nuovo.
 
 
Consiglio per tavoli!
 
Nelle riparazione di un tavolo i punti più delicati sono l'attaco fra le gambe ed i fascioni,i cassetti e glieventuali sistemi di allungamento.Le parti più danneggiate, allo stato attuale della tecnica,vanno sempre sostituite:con legno nuovo se a mobile rimontato non sono visibili,usando parti non essenziali del mobile originale nel caso opposto.Spesso dei cassetti conviene conservare solo il frontale, sostituendo i fianchi,il retro ed il fondo,specie se quello originale era stato realizzato con assicelle giuntate di costa.Un piano imbarcato,se la curvatura non è molto accentuata,si rimette a posto con la pialla:in caso contrario bisogna smontarlo asse per asse,piallare ogni pezzo a filo e spessore e rimetterlo a posto.Una passata di cera fidà al tavolo un nuovo splendore.
 
Consiglio per Credenze ed Armadi!
 
Quando si affronta la riparazione di un mobile ad antine è sempre indispensabile,anche se a prima vista non semprerebbe il caso,controllare l'esatta squadratura delle antine e della loro sede:chiudere,incollandovi stuzzicadenti rotondi,i fori delle viti:controllare che queste non abbiano provocato fenditure nei montanti ed eventualmente chiuderle,con colla e morsetti o inserendovi sottili schegge di legno se i morsetti non bastano.Lo stesso sistema va usato per richiudere le eventuali fessure delle specchiature laterali,generalmente realizzate con assicelle giuntate di costa:se i pannelli si sono tanto ristretti da non chiudere più lo spazio fra i montanti o vi si inserisce un'assicella uguale o si incollano su un pezzo di compensato sottile,lucidando la parte che in origine entrava nella scanalatura.

Far da sé - Marzo 1991

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lunedì 27 maggio 2013

Incredibile Fantasia di Molle

Elastica ed infaticabili ,entrano a far parte di un incredibile numero di maccanismi e di apparecchiature. Apparentemente arrendevoli ma sempre pronte a ritornare sulla loro posizione iniziale, le molle hanno davvero un bel caratterino: di fronte ad una  qualsiasi sollecitazione sono capaci di ritirarsi o di allungarsi ma, appena passato il momento critico, si prendono subito la rivincita. Oltre all'incredibile numero di applicazioni, che comporta quindi una rivelante varietà di versioni, il loro compito è quasi sempre quello di garantire quella che i tecnici chiamano "corsa di ritorno" : pensiamo ad esempio alle impugnature della nostra cesoia da giardinaggio, che si aprono appena allentiamo la presa. o alle sospensioni degli autoveicoli, che assorbono gli urti provocati dalle irregolarità del fondo stradale. Devono offrire prestazioni molto diverse o, per dirla in altre parole, devono fornire una risposta più o meno energica: quelle incorporate in un buon materasso a molle,  ad esempio, devono essere arrendevoli fino in fondo(o quasi),mentre quelle che comandano la chiusura delle valvole di un motore a scoppio devono essere avviamente più pronte, alcune migliaia di volte al  minuto. Salvo casi del tutto particolari ,ma non per nulla inconsueti, le molle sono costituite da filo d'acciaio speciale("detto armonico" )avvolto a spirale e si dividono essenzialmente in tre categorie: quelle a compressione, quella a trazione e quella a torsione. Le prime, dovendo accorciarsi sotto lo sforzo, presentano spire più o meno distanziate mentre le seconde, che devono svolgere la funzione inversa, hanno spire vicine e , di solito, mantenute in posizione da un certo" precarico" in modo da offrire, anche all'inizio. un minimo di resistenza. Nelle molle a torsione, infine, le due estremità del filo. lavorano attorno ad un teorico asse che passa per il centro della spirale; nella maggior parte delle applicazioni pratiche un capo rimane fisso e l'altro, spostandosi in avanti, tenta di avvolgere ancor di più la spirale. Gli  elementi elementi fondamentali che contribuiscono a determinare le caratteristiche di una molla sono il diametro del filo, quello del corpo e la forma della spirale: a parità di dimensioni esterne sarà più dolce una molla con filo piccolo ma, anche con il filo relativamente robusto, si può ottenere una notevole corsa ed una buona progressione aumentando il diametro delle  spire. Giocando sulla forma, infine, si possono ottenere risultati apprezzabili in fatto di elasticità e di escursione: per rendersene conto basta  osservare le molle di un vecchio divano, che presentano la caratteristica forma a clessidra. Anche se è teoricamente possibile costruire in proprio le molle, avvolgendo il filo armonico su un tondino montato sul tornio, è assai più semplice ed economico utilizzare le molle in commercio.

Mest Mario.
fonte: Almanacco Far da sé  1997


venerdì 17 maggio 2013

I consigli utili di Mest Mario,la manutenzione del prato

Spesso la manutenzione del prato si trasforma in una lotta tra noi, che vogliamo un prato uniforme, simile ad un tappeto o ad una moquette e la natura che insiste nel voler variare. Il taglio del prato non ha solo la funzione di mantenere l'erba all'altezza corretta per lo scopo estetico o funzionale e di evitare la crescita eccessiva, ma anche quello do renderla più vigorosa e più fitta. per ottenere buoni risultati bisogna calibrare le tosature, per frequenza e altezza. I primi tagli vanno effettuati ad una altezza superiore a quella normale, poiché il terreno è più soffice e le piante non sono radicate profondamente. L'erba deve essere alta almeno 7-8 cm e il tosaerba va regolato ad una altezza non inferiore ai 5 cm. per la manutenzione del prato va regolata secondo la stagione: durante i mesi caldi non conviene scendere sotto ai 4 cm. perché si rischierebbe di lasciar "bruciare" l'erba dai raggi di sole. In primavera occorre tosare alto per favorire la ripresa dopo l'inverno. Durante le stagioni intermedie, il prato può essere tosato ad una altezza sui 3cm.L'ultimo taglio prima dell'inverno dovrà essere alto . Il taglio ha  il compito di forzare le piantine di erba ad allargarsi per creare un manto continuo. Più basso è il taglio più saranno le innaffiature. Controllare sempre che le lame del tosaerba siano perfettamente affilate. La frequenza di rasatura ottimale, durante la primavera e l'autunno, è di un taglio a  settimana, durante l'estate se l'irrigazione  è scarsa , può bastare una tosatura ogni due settimana. Per mantenere in condizioni ottimali il tappeto è utile tosare poco e spesso.
Come scegliere il tosaerba. La scelta del tosaerba deve essere ben calibrata per non trovarsi ad utilizzare un attrezzo "sproporzionato" rispetto alle reali esigenze. L'elemento principale che deve guidare la scelta è l'estensione del prato. Si possono individuare tre grandezza tipo: pratici fino a 100mq, da 100 a 500mq,oltre i 500qm,che esigono macchine di tipo diverso. Le caratteristiche da verificare di un tosaerba valutato il tipo di prato, sono la larghezza e se è elettrico o a motore.
Fino a 100mq,un piccolo  prato deve essere rasato con un tosaerba la cui larghezza di taglio non superiore ai 30-35 cm in modo che la sua struttura sia abbastanza compatta e la maneggevolezza sia , dati gli spazi ristretti. conviene che abbia il motore elettrico, in quanto la distanza massima di lavoro è sicuramente contenuta.
Da 100 a 500 mq. La larghezza di taglio deve salire almeno a 40 cm. Il motore elettrico è ancora conveniente, a meno  che il prato non abbia  una conformazione  molto allungata.
Oltre 500 mq. La larghezza di taglio deve superare i 40 cm, ed il motore conviene che sia a scoppio, per potersi allontanare in tutta libertà dall'abitazione. Per prati molti estesi o non in piano, conviene che il tosaerba sia dotato di trazione autonoma.
 

sabato 11 maggio 2013

La girandola di Mest Mario ,gira,gira, gira e....




girandola di MestMario

Girandole a guardia del mio giardino

girandola in vedetta
Ho voluto con tanta voglia e desiderio di fare una capatina nel passato in quella che fu la mia infanzia molto piacevole ,riprovando oggi a costruire la girandola ma questa volta con il riuso delle varie bottiglie di plastica delle coloratissime girandole, ne avevo viste tante  nei  vari orti e giardini, la cosa mi aveva incuriosito tanto mi sono messo alla ricerca sul web giusto per avere un'idea che poi l'avrei realizzata . Ed ecco la mia prima girandola/le, che ve pare? bella vero...ne seguiranno delle altre, seguitemi sul mio canale  Mest Mario, o multi chef ,di You Tube ,FB. 

lunedì 22 aprile 2013

Ergonomia-L'utensile dalla facile impugnatura

Qualsiasi elettroutensile, per essere veramente pratico, deve avere una impugnatura che ne faciliti l'impiego.

Non è mai un caso quando un elettroutensile è facile da maneggiare o particolarmente pratico nell'uso. Le grandi aziende produttrici di attrezzature motorizzate, come la Bosch, dedicano una grande attenzione ed investano cospicui capitali nello studio di forme, dimensioni, distribuzione della masse in modo da ottenere il massimo della praticità e sicurezza di impiego. Questo studio, supportato da profonde analisi effettuate al computer, ha consentito di realizzare attrezzi con particolari prerogative. Innanzitutto ogni impugnatura è diversa a seconda che con un certo attrezzo si debba esercitare una pressione in avanti o un controllo in varie direzioni o solamente lo si debba sostenere durante il lavoro. La diversità è data dalle differenti zone della mano con cui si esercitano le varie forme di controllo ed azionamento e quindi diverse devono essere le superfici di appoggio. In secondo luogo è stata effettuata una analisi comparata su molte persone per realizzare sagome che, mediamente, si adattassero al meglio a qualsiasi mano. E' in dubbio, infatti, che una persona alta un metro e novanta abbia una mano più grande e leve diverse da una persona alta un metro e sessanta.
Lo studio (che alla Bosch è continuo per migliorare sempre ogni  elettroutensile) permette di <<modellare>> le impugnature, gli appoggi ed i sostegni, in modo estremamente ergonomico, così che l'azione di lavoro avvenga in modo naturale. Il tutto si traduce, ed è importante tenerlo presente, in praticità ma soprattutto in sicurezza.


Confronto di tre sagome differenti

fonte:ergonomia