sabato 6 dicembre 2014

Repair Café ? Che cosa è?

       
Sapete cosa sono in Repair Café? Provo a raccontarvelo brevemente. Tutto ebbe inizio in Olanda da un’intuizione di Martina Postma una ex giornalista diventata mamma. Dopo la nascita del suo secondo figlio, si è resa conto di quante cose andassero buttate, nonostante potessero ancora essere utili a qualcuno. Nacque così due anni e mezzo fa la Repair Cafe Foundation, finanziata dal governo olandese con 400.000 euro che sono serviti per fare pubblicità e acquistare un autobus con cui andare in giro a riparare oggetti rotti. Attualmente i Repair Café sono diventati trenta in totale, dislocati in tutta l’Olanda.


logo  http://repaircafe.org.
Martine Postma
I Repair Café sono tutti dotati di vere e proprie postazioni di lavoro, di un’officina munita di attrezzi come saldatrici, cacciaviti, compressori, chiavi inglesi, macchine da cucire e strumenti di precisione e di una libreria specializzata con volumi e riviste scientifiche sul bricolage.
L’idea non è quella di sostituirsi ai professionisti del settore o di entrare in concorrenza con i centri di riparazione ma, al contrario, di sostenerli diffondendo il più possibile la cultura del recupero, infatti questi centri non dispongono di pezzi originali delle case costruttrici, ma aiutano solo a riparare gli oggetti. Infatti chi accede a questo servizio sono di solito abitanti del quartiere che preferiscono recuperare i loro oggetti piuttosto che buttarli via, vuoi per precarie condizioni economiche vuoi per un occhio più attento alle sorti del pianeta.
Oggi i gruppi che gestiscono i Repair Café (aperti solo qualche giorno al mese) sono trenta in tutta l’Olanda, e oltre ad offrire il servizio gratuito per la riparazione servono anche caffè, tè e biscotti ai tanti “clienti”.
Questo progetto, si allinea perfettamente con l’idea della sostenibilità ambientale: ridurre rifiuti e recuperare oggetti che possono tornare ad essere perfettamente funzionanti.
L‘etica del fai-da-te proposta attraverso questi café olandesi riunisce persone che offrono le proprie capacità di riparare elettrodomestici o piccoli oggetti al servizio della comunità.
Termino questo breve post con due considerazioni personali:
progetti come questo sono in grado di farci vedere quanto sia inutile, alle volte, la politica dell’usa e getta. Purtroppo stiamo perdendo l’abitudine a riparare quello che si rompe preferendo sostituire gli oggetti non più funzionanti, sia perché non abbiamo più molto tempo a disposizione, sia perché rifiutiamo una certa manualità considerando più facile comprarne di nuovi;
inoltre, queste esperienze sociali hanno il grosso vantaggio di unire il recupero e la riparazione alla positiva influenza delle relazioni sociali che nascono e si intrecciano in questi ambienti, e di stimolare l’intelligenza collettiva. In questo modo il ruolo dell’oggetto viene anche elevato a ruolo di connettore tra due o più persone arricchendo il percorso che ognuno di noi giornalmente compie.
Per chi volesse approfondire a questo link trova maggiori informazioni: http://repaircafe.org/
In Italia ci sono dei servizi simili come la ciclofficina di cui vi abbiamo parlato in un articolo sul nostro blog [link].
Se conoscete dei servizi analoghi nella vostra città e volete raccontarci cosa fanno, noi saremmo contenti di pubblicarlo sul nostro blog. Mandateci una mail a
http://www.sostenibile.com/blog/index.php/contattaci/
 
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Repair café! Artigiani della riparazione.

Come ho già detto sono abbonato a mensile "Far da sé" ,nel numero n°445 Dicembre 2014 a pag. .3 mi ha incuriosito il titolo" Rapaircafé- Artigiani della riparazione. La curiosità mi ha portato a fare un giro in web per capire di più cosa significasse ,appagato abbondantemente  la mia curiosità riporto : il Pensiero Far da sé  di Carlo De Benedetti:
Artigiani della riparazione "Riparare è un'arte: cosi dicono a Massa Marittima dove ,dal 14 al 19 settembre scorsi, hanno  realizzato un laboratorio con l'intento di illustrare quali siano le modalità di intervento per riuscire a riparare un oggetto. Si è voluto fornire le prime istruzioni per aprire l'involucro dell'apparecchio, senza danneggiarlo, e guardarci dentro per trovare il guasto insegnando i trucchi per scovare le vite nascoste che serrano il guscio .E' stato spiegato come risalire dal sintomo al guasto e come individuare i componenti colpevoli del malfunzionamento, conoscendo gli strumenti necessari alle riparazioni. Si è puntato molto sulle motivazioni, sul perché sia utile riparare, su quali siano i vantaggi personali e ambientali. Ogni partecipante ha portato uno o più oggetti da riparare e gli attrezzi in suo possesso e si è lavorato su ferri da stiro, asciugacapelli, piastre per capelli, frullatori, modem, lettori DVD,  giochi elettronici e giochi tradizionali, scarpe, mobilio di piccole dimensioni, mouse, computer portatili, navigatori satellitari, orologi e sveglie, cellulari, tablet, lampade da casa e attrezzi da cucina e tanto, tanto altro...



http://repaircafe.org
Iniziativa  lodevole in una società che nonostante la crisi economica, continua a puntare sul consumismo più spinto, ma nella quale, per fortuna, ogni giorno spuntano nuovi soggetti a proporre iniziative contro corrente. Se poi allarghiamo la sguardo fuori dal nostro Paese troviamo iniziative già affermate come Repair Café Fondundation che, nata tre anni fa ad Amsterdam dall'idea di una giornalista Martine Postma, realizza centri  comunitari di riparazione dove ciò che non funziona più: qui si trovano dei volontari che quattro volte al mese, mettono  a disposizione le loro competenze per rigenerare oggetti  in disuso e contemporaneamente insegnare ad altri il mestiere, il tutto sorseggiando una buona tazza di caffè.
  Far da sé   http://www.edibrico.it

Martine Postma